La cucina sarda è ricca di piatti tipici che con il passar del tempo sono diventati famosi in tutto il mondo e ricercati, soprattutto, per il loro gusto unico e inconfondibile. Ecco alcuni piatti tipici della cucina sarda, che non potete assolutamente perdere quando verrete in vacanza in Sardegna:
Culurgiones
Sono una sorta di ravioli di pasta fresca dalla forma simile ad una spiga (spighitta) e lavorata a mano, tipica della zona dell’Ogliastra e successivamente dell’intera Sardegna. La sfoglia della pasta è di semola di grano duro ed il ripieno è composto da patate lessate e macinate, pecorino sardo fresco, stagionato o semi stagionato, aglio, olio d’oliva extravergine e foglie di menta.
Rappresenta probabilmente l’icona della gastronomia sarda. Nonostante la preparazione di questa prelibatezza appaia piuttosto semplice, è importante sottolineare quanto questa ricetta richieda esperienza e pazienza. Il porcetto sardo è un maialino da latte, cioè allevato essenzialmente con un’alimentazione costituita dal latte materno con poche integrazioni. Il peso ideale oscilla tra i 4 kg (di circa 20 giorni) ed i 6 kg (di circa 40 giorni).
Di forma circolare o a mezzaluna, con una sfoglia sottile, è chiamato anche “pane ‘e fresa” e ha le sue origini in Barbagia; conosciuto in italiano come “carta da musica”, appellativo dato per la sua croccantezza. La preparazione artigianale avviene dalla mattina presto. Il termine, “cariare” indica la modalità di lavorazione, quando l’impasto viene lavorato energicamente sul tavolo. Dalla durata di questa fase dipende la varietà del pane; per il carasau è più lunga e spesso le donne, in passato, si facevano aiutare dagli uomini per la manipolazione della pasta.
“Frattau”, in sardo significa “grattugiato”, ”a pezzi”. La diffusione di questo piatto è dovuta ai famosi “pranzi con i pastori” e in origine diventò un modo di consumare gli avanzi del “pane carasau”. La sua preparazione è molto antica e sicuramente, in Sardegna, classificabile come piatto “povero” e per le persone meno abbienti. Questa prelibatezza si ottiene immergendo le sfoglie di pane carasau nel brodo caldo, per pochi secondi, sovrapponendole tra di loro e alternandole con uno strato di sugo di pomodoro e di formaggio pecorino grattugiato, ottenendo al massimo di 3/4 strati, per poi posizionarci al centro un uovo in camicia.
Meglio conosciuti come gnocchetti sardi, sono un formato di pasta tradizionale dellacucina sarda. Sono fatti di farina di semola di grano duro e acqua, hanno la forma di piccole conchiglie rigate di circa 2 cm. Il termine deriva dal campidanese “malloru” che vuol dire toro, quindi “malloreddus” sta per vitellini.
Detta anche freula, fregua, succu, cascà o pistitzone o fregola, a livello industriale, è un tipo di pasta sarda che si diffuse, secondo alcuni studiosi, nella nostra isola grazie agli scambi commerciali con Fenici e Punici, è simile al cuscus, ma più grossolana. Si presenta sotto forma di palline irregolari di diametro variabile fra i 2 e i 6 millimetri.
Detta anche “in capotto”, è un tipico piatto della cucina tradizionale della Sardegna; un piatto semplice che ha le sue radici nella vita pastorale sarda. Si tratta di uno stufato a base di carne di pecora, appunto, che fa parte della tradizione gastronomica sarda. La preparazione è molto semplice, la ricetta talvolta varia a seconda delle località, ma gli ingredienti principali oltre alla pecora sono le patate e le cipolle.
È una torta salata tonda di varie dimensioni, anche monoporzione, composta da un involucro di pasta sfoglia non molto sottile detta pasta violada, ottenuta impastando la farina con acqua salata e strutto di maiale e modellata formando una sorta di cestino. Può essere ripiena di pesce (anguille), oppure di carne di agnello o di maiale con piselli e patate. È una preparazione tipica della regione Sardegna, in particolare della zona di Assemini, in provincia di Cagliari e ne contende la paternità anche con il comune di Oschiri; in altre parti del mondo esistono versioni simili come “l’empanada” peruviana.
Sono una pasta tipica della cucina sarda e in particolare del nuorese. Prende il nome dal ferro, la busa o ferrittu, ovvero il ferro da maglia, con il quale vengono preparati, rigorosamente a mano. Viene condita a piacere con sughi di carne, ai funghi o anche con pecorino e noci.
Conosciute anche con il nome di Sebadas o Sevadas rappresentano uno dei dolci più diffusi e conosciuti in Sardegna. Questo dolce fritto tondo, al singolare seada, va gustato ben caldo per meglio apprezzare il connubio tra il ripieno di formaggio fresco e il miele (possibilmente di corbezzolo). Come per tutti i piatti tipici sardi, anche la ricetta delle Seadas può variare a seconda delle zone dell’isola.
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