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Bonorva

(Foto da Wikipedia)

Situata a 50 km a sud-est di Sassari, nella regione del Logudoro, territorio che nel Medioevo, costituiva l’antico Giudicato di Torres. Il toponimo deriva dal latino “Bonus Orbis” che significa “buona terra”.

Anticamente pare fosse stata edificata in “Su Monte” (M. Cacau) e aveva per parrocchia la chiesa di San Simeone. Si narra che quella posizione di vedetta fu scelta dalle popolazioni delle valli che circondano l’attuale cittadina per un bisogno di sicurezza, perché, da quel punto, dove termina l’altopiano di Campeda, si può controllare il territorio sottostante. Cercavano, infatti, un rifugio per potersi difendere dalle incursioni dei Mori i quali, dopo aver saccheggiato il litorale di Bosa, si spingevano nell’entroterra nella zona di Bonorva. L’abbandono di S. Simeone dovrebbe essere stato determinato dalla peste del 1376. Gli abitanti scesero poi dall’alto-piano e si stabilirono sulle pendici di Muristene, dove venne rifondata la villa di Bonorva con la nuova parrocchia di Santa Vittoria. L’aspetto fantastico dell’abbandono è costituito dalla leggenda delle “Mosche Maghedde”, inviate da Dio come punizione per i loro peccati. Esse punsero ed uccisero chiunque incontrassero, sino a quando un “uomo giusto” le rinchiuse in un’anfora che sigillò e sotterrò sotto la chiesa di S. Simeone. I Bonorvesi offrirono al Santo parte delle loro ricchezze, un tesoro che rinchiusero in un’altra anfora che sotterrarono accanto alle mosche.

 


COSE DA VEDERE

Tra gli insediamenti scomparsi nel territorio di Bonorva, quello di Rebeccu che si trova nella strada che porta a Foresta Burgos, abbandonato da anni ed è formato da piccole case, un cimitero ed una chiesetta. Pare gareggiasse con Bonorva per il dominio della valle ed è legato alla leggenda di Donoria, ultima delle tre figlie del feudatario del villaggio. Si racconta che essa frequentasse le streghe della zona e il padre, sollecitato dalla popolazione, la cacciò dal borgo. Essa andò via imprecando e maledicendo gli abitanti con una profezia: il paese non avrebbe avuto più di 30 case! Le donne non riuscirono più ad avere figli e gli uomini forti morirono di malaria, le case crollarono quasi tutte, la fontana iniziò a prosciugarsi e i campi diventarono meno fertili. A poco a poco gli abitanti fuggirono e si rifugiarono a Bonorva.

A 300 m da Rebeccu troviamo la fonte sacra di Su Lumarzu, una fontana prenuragica, chiusa quasi del tutto da una cupola in pietra del diametro di 97 cm, alla cui base, si apre una finestra di 50 cm per il prelievo dell’acqua. L’esistenza di sedili posti ai lati della fonte fanno supporre che in antichità fosse luogo di cerimonie sacre e anche di prove di ordalia, una sorta di pratica secondo la quale l’innocenza o la colpevolezza di una persona veniva determinata attraverso una prova dolorosa o un duello. La fontana fu “purificata”, in età cristiana, con l’incisione di una croce latina sulla lastra di chiusura.

Poco lontano dalla fonte vi è la Necropoli di Sant’Andrea Priu, una delle più estese della Sardegna, con le Domus de Janas scavate su una parete verticale. Una ventina di sepolture, con tre tombe di particolare interesse: la “Tomba del Capo” che comprende 18 ambienti, con un’estensione di 250 metri quadri, la “Tomba a capanna circolare” e la “Tomba a camera”.

Un altro posto storico con decine di nuraghi, purtroppo mal segnalato e dunque di difficile individuazione, è il vulcano spento di Monte Cujaru.

Dal 2007 al 2014, il 24-25 agosto, nel minuscolo borgo medievale, si è tenuto il Rebeccu Film Festival.

A carnevale le corse tipiche, le Pariglias Bonorvesas, intrattengono i turisti entusiasti mentre a metà agosto si svolge la sagra de su Zichi, antico pane di grano duro, una spianata circolare morbida o croccante e, contemporaneamente, ”Mustras”, mostra mercato dell’artigianato con i prodotti tipici locali, tra cui tappeti, ricami finissimi, l’ottima cucina e i saporiti dolci sardi. Un soggiorno in B&B ed una tappa in agriturismo sono l’ideale per gustare i sapori di queste terre e per godere di una vacanza rilassante, alla scoperta degli incommensurabili segreti di una zona affascinante ricca di storia.

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