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Oschiri

Il paese si trova ai piedi del Monte Limbara, nella provincia di Olbia-Tempio. Alcuni studiosi ritengono che il toponimo derivi dalla voce greca Oskiros, fortezza.

Dopo la dominazione romana, durante la quale venne costruito un castrum a difesa dalle invasioni dei corsi e dei balari, nel Medioevo passò alla curatoria di monte Acuto. Nel secolo XI fu dotata di un imponente castello, nel quale Adelasia di Torres firmò l’atto con cui donava il giudicato al pontefice nel caso in cui lei fosse morta senza eredi. Con la fine del giudicato, invece, passò nelle mani di diverse signorie, i Doria, i Malaspina, i Giudici d’Arborea e gli Aragonesi. Queste ultime due famiglie se la contesero a lungo, finché nel XVIII secolo divenne possedimento dei Tellez-Giron.

A metà del XIX secolo appariva come una delle regioni più ricche dell’intera Sardegna. Grazie alla costruzione della ferrovia si trovò ad essere per molto tempo al centro delle due più importanti vie di comunicazione che collegavano la costa nord con il resto dell’Isola. Nel 1927 la realizzazione della diga del Coghinas e del lago omonimo, portarono alla nascita di una delle prime esperienze industriali del nord Sardegna.

 


COSE DA VEDERE

Oltre 70 le Domus de Janas, quelle di Malghesi con 25 domus, e quelle di Pedredu con 10 domus con le testimonianze più antiche. Importanti I dolmen e i menhir di Monte Cuccu, di Monte Ulìa, di Berre, e non vanno trascurate le misteriose rocce di Santo Stefano, con l’incisione nella roccia di simboli geometrici, che pare costituiscano la testimonianza di un interesse dell’uomo per un’iconografia ispirata alle religioni cosmiche, praticate dalle popolazioni pastorali antiche.

Ben 60 i siti nuragici. In quello di Lughéria è stato ritrovato l’ormai famoso carretto in bronzo, probabilmente un cofanetto destinato a contenere oggetti preziosi. Il reperto si trova al Museo Archeologico Comunale di Oschiri con due navicelle votive in bronzo sempre del periodo nuragico.

Tra i monumenti da vedere, la parrocchiale, dedicata all’Immacolata, edificata nel XIX secolo in stile classicheggiante; la chiesa di Nostra Signora di Otti e la chiesetta di Nostra Signora di Castro, del XII secolo che fu sede della diocesi vescovile, sita nello stupendo ambiente naturale che comprende anche la vista sul bacino artificiale del Coghinas, realizzato dallo sbarramento dell’omonimo fiume (che è la confluenza del rio Mannu di Berchidda e del il rio Mannu di Ozieri) con una capacità di 254 milioni di metri cubi d’acqua. Essi permettono il funzionamento della centrale idroelettrica costruita nel 1924 . La diga è lunga 185 metri e alta 58. Si può visitare inoltre la foresta demaniale di Su Filigosu con un’oasi faunistica di specie protette, daini, mufloni, cinghiali, aquile, greppi e falchi pellegrini. Il Museo Civico di Oschiri ospita una sezione dedicata all’archeologia, con famosi ritrovamenti come il cofanetto in bronzo ritrovato da Alberto La Marmora (generale, naturalista, cartografo e politico italiano del XIX secolo).

Una delle curiosità che si possono sentire nel paese è a proposito di Su Noduladu, un antica frazione incastonata in una piccola valle, raggiungibile solo con un fuoristrada attraverso un sentiero, dove pare che la gente che vi abitava, per via del suo isolamento, aveva sviluppato un modo di parlare distaccato da ogni elementare logica di comprensione.

Tre le feste importanti, tutte religiose. Quella della Madonna di Castro la sera del lunedì dell’Angelo, mentre la sera dell’ultimo lunedì di maggio si svolge la processione della Madonna di Otti e, sempre a maggio, la festa di San Leonardo con canti e balli fino a tarda notte.

Oschiri è riuscita nel tempo a dare impulso al settore artigianale legato soprattutto alla gastronomia locale, la produzione del vino, in particolare del Vermentino, dei formaggi come la peretta. Da diversi anni si svolge la Sagra della Panada, pasta farcita di carne, ripiena di volta in volta di maiale, di agnello, di vitella, di anguilla, chiusa a mano con una cucitura ornamentale, con animazione, spettacoli, musica in piazza per allietare i visitatori che decidono di soggiornare in paese per gustare questo piatto unico.

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