Nome dall’origine incerta; il canonico Spano lo vorrebbe far derivare dal fenicio Otzer, ” luogo forte e sicuro”, la tradizione popolare invece dal numero otto perché di quel numero sarebbero stati, i villaggi scomparsi che avrebbero dato vita ad Ozieri e di questi solo due, Bisarcio e Butule pare siano realmente e storicamente esistiti.
Il territorio ozierese appartenne sino all’anno 1272 alla curatorìa di Nughedu nel giudicato di Torres. Già alla fine dell’anno 1300 assunse un ruolo predominante nel territorio e dal XVII secolo la storia del Monte Acuto viene ad identificarsi quasi totalmente con la storia di Ozieri. Nel XVIII secolo diventò il centro più importante del Capo di Logudoro, dopo Sassari. Il 17 gennaio 1837, con grandi cerimonie avveniva la “trasformazione” da “villaggio” a città. Questo atto, avrebbe avuto benefici influssi su tutto il territorio del Monte Acuto.
COSE DA VEDERE
La grotta di S. Michele, a pochi metri dall’ospedale civile, sprofonda nel calcare per un’ottantina di metri.
Qui furono trovati molti manufatti di raffinata fattura, considerati i più rappresentativi di questa civiltà sparsa in tutta la Sardegna e per questo definita appunto come Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Molte le tombe dei giganti, pozzi sacri, cinte murarie; oltre 120 i nuraghi , In particolare il Nuraghe Burghidu, esempio notevole con la sua struttura complessa a tre torri. Un’altro monumento interessante da visitare è il ponte romano di Pont’Ezzu e la basilica di Sant’Antioco, ex cattedrale di Bisarcio, una delle più grandi chiese romaniche della Sardegna. Essa si trova isolata su un’altura di origine vulcanica, in un sito campestre, raggiungibile percorrendo la statale n° 597, non lontano da Chilivani.
Dal punto di vista urbanistico e architettonico è una delle città più interessanti della Sardegna con un tessuto urbano costituito da un fitto intreccio di ripide strade gradonate, con delle belle pavimentazioni e innumerevoli slarghi, piazzette e ampie piazze terrazzate. Tanti i palazzi a quattro-cinque piani, di architettura neoclassica, sorti tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento, e alcuni sono eleganti edifici di gusto decò. Ben conservate alcune abitazioni di periodo gotico-catalano, conosciute come “case spagnole”. Molto importante è la Piazza Cantareddu, sede delle feste, e dei vari eventi della Città. Da essa si può agevolmente raggiungere l’antico Ortu ‘e su Conte, adesso piazza Garibaldi, l’Antico Convento di San Francesco, il Duomo e la imponente Fontana Grixoni, realizzata alla fine dell’anno 1800 sulla base di un antica fonte d’ epoca spagnola.
Molti i musei presenti nel centro storico, Il Museo di Arte Sacra, il Museo Archeologico allestito presso il complesso dell’Antico Convento delle Clarisse, Il Centro di documentazione della lingua sarda, Il Museo La Taverna dell’Aquila, il Museo all’aperto di Scultura Contemporanea, il Museo dell’Arte Molitoria e il Museo della Panificazione.
Tra le personalità di rilievo, nel 1500 il pittore famoso come Il Maestro di Ozieri, arricchisce varie chiese del nord Sardegna con opere pregevoli in stile manieristico e sul finire del 1700, Francesco Ignazio Mannu è l’autore dell’inno conosciuto in Sardegna come “Procurade ‘e moderare barones sa tirannia” diventato nei moti contro i piemontesi la cosiddetta marsigliese sarda. Inoltre con la nascita dello Stato Italiano, Ozieri ha l’onore di mandare in Parlamento come suo deputato Giuseppe Garibaldi.
Soggiornando in B&B e in Hotel ad Ozieri o nei dintorni, nel mese di settembre si può partecipare alla Festa più importante in onore della Beata Vergine del Rimedio, mentre a giugno si svolge la Festa primaverile di S. Antioco di Bisarcio che unisce alla cerimonia religiosa anche una serie di iniziative di richiamo turistico come la processione con il corteo storico di costumi medioevali di nobili e popolani e l’allestimento del campo medievale con l’esibizione di musici e sbandieratori. Nell’anno 1956 nasce il Premio Ozieri per la Letteratura Sarda e, da oltre 30 anni, il premio denominato Usignolo della Sardegna dedicato al tradizionale cantigos a chiterra. Seguitissime le corse di cavalli presso Chilivani, la più importante struttura ippica della Sardegna.
Interessante lo sviluppo delle attività di produzione agro-alimentare e della ristorazione: carni, vini propri prodotti in collina, formaggi, dolci tipici come i Sospiri e le Copulettas, in particolare il pane, conosciuto come la Spianata di Ozieri, per il quale si stanno realizzando progetti notevoli come la costruzione di antichi forni e l’adesione all’Associazione Nazionale Città del Pane.