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Necropoli Anghelu Ruju


Necropoli di Anghelu Ruju (Alghero): un viaggio tra i misteri del culto dei morti prenuragico


Un’antica città dei morti nel cuore della Nurra.

A pochi chilometri da Alghero, immersa nella campagna della Nurra (regione storica e agricola nella Sardegna nord-occidentale), si trova una delle necropoli preistoriche più importanti della Sardegna: Anghelu Ruju, un luogo dove la pietra parla di vita, di morte e di spiritualità ancestrale. Scoperta nel 1903 e datata tra il Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200 a.C.) e l’età del Bronzo antico (1600 a.C.), questa necropoli racconta una lunga storia di sepolture, simboli e riti misteriosi.

Un patrimonio archeologico unico nel Mediterraneo.

Il sito comprende 38 domus de janas (case delle fate), scavate nella roccia calcarea e distribuite su un’area collinare. Le tombe presentano pianta circolare o irregolare, spesso articolate in più ambienti comunicanti, fino a undici vani. Le decorazioni scolpite sulle pareti richiamano, la venerazione del toro (simbolo di fertilità e forza) e rituali legati alla rinascita.

Particolarmente suggestive sono le false porte scolpite (simboli del passaggio tra mondo dei vivi e dei morti), gli architravi decorati e le tracce di ocra rossa, usata nei riti funebri che si svolgevano all’esterno delle tombe o presso i loro ingressi, come veri e propri banchetti cerimoniali in onore dei defunti, consumati in un’atmosfera collettiva e simbolica, come gesto di legame con l’aldilà.
L’archeologia ha restituito tracce concrete di questi antichi rituali: sedute in pietra, altari scolpiti nella roccia, coppellecuppelle (piccole cavità incavate nel suolo o nelle pareti) e resti ceramici utilizzati per depositare offerte di cibo e bevande.
In alcune celle funerarie, inoltre, si trovano focolari riprodotti in rilievo, che rafforzano l’idea di una continuità tra la casa dei vivi e quella dei morti.

Immagine di Nicola Castangia

Una scoperta fortuita dal passato.

La scoperta della Necropoli di Anghelu Ruju avvenne in modo del tutto fortuito nel 1903, quando, durante i lavori per la costruzione di una casa colonica nei terreni appena acquisiti dall’allora azienda vinicola Sella & Mosca, alcuni operai si imbatterono in un cranio umano e un vaso tripode. Il ritrovamento suscitò subito l’interesse delle autorità e portò, già l’anno successivo, all’intervento dell’archeologo Antonio Taramelli, che nel 1904 avviò la prima vera campagna di scavo, rivelando un complesso di tombe scavate nella roccia appartenenti a un contesto preistorico di straordinaria rilevanza. Negli anni seguenti, gli scavi furono ripresi nel 1936 da Doro Levi e poi nel 1967 da Ercole Contu, confermando l’estensione e l’importanza del sito.

Il sito prese il nome di Anghelu Ruju dal precedente proprietario rurale del terreno, Angelo “Ruju” (in sardo: il rosso), cui apparteneva il fondo su cui avvenne il ritrovamento e già conosciuto localmente nei primi anni del Novecento, prima dell’acquisto dell’area da parte della Sella & Mosca, come “Sa Tanca de s’Anghelu Ruju”.

Dove si trovano i reperti di Anghelu Ruju?

I reperti rinvenuti nella Necropoli di Anghelu Ruju (ceramiche, pugnali in rame, amuleti, statuette, idoletti, ossa umane e animali) non sono conservati in un unico luogo, ma distribuiti in tre importanti musei archeologici della Sardegna, a testimonianza della rilevanza storica e scientifica del sito. Questa rete espositiva consente al visitatore di ricostruire l’identità e la complessità di una delle necropoli preistoriche più significative dell’Isola.

🔹 Museo Archeologico di Alghero (MUSA)

Situato nel cuore del centro storico di Alghero, il MUSA conserva ed espone il nucleo principale dei reperti provenienti dalla necropoli. Qui si trovano:

  • corredi funerari (vasi, amuleti, spilloni, monili),

  • oggetti votivi,

  • materiali litici e ossei rinvenuti nelle domus de janas.

🔗 Vai al sito del MUSA


🔹 Museo Archeologico Nazionale di Cagliari

Anche il più importante museo archeologico dell’isola custodisce reperti originali provenienti dalla necropoli, tra cui:

  • Collane in conchiglia e pietra, databili tra il 2200 e il 1700 a.C., finemente lavorate e appartenenti ai corredi funerari rinvenuti in alcune domus de janas.

  • Un tripode in bronzo, attribuito al periodo Bonnanaro, esposto in mostre temporanee dedicate alla preistoria.

🔗 Vai al sito del Museo Archeologico di Cagliari


🔹 Museo Nazionale “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari

Fondato alla fine dell’Ottocento, questo museo ospita reperti provenienti dagli scavi storici condotti da Antonio Taramelli nel primo Novecento. I materiali da Anghelu Ruju presenti includono:

  • ceramiche campaniformi e vasi askoidi,

  • oggetti rituali in osso e pietra,

  • armille, pendenti, punte di freccia e armi in rame.

Sono tra i più antichi materiali preistorici esposti nella sezione dedicata all’età del Rame e del Bronzo.

🔗 Vai al sito del Museo Sanna


Questa distribuzione museale permette di seguire un itinerario culturale tra le città di Alghero, Cagliari e Sassari, offrendo uno sguardo ampio sulla spiritualità, le pratiche funerarie e l’abilità artigianale delle popolazioni preistoriche della Sardegna.


Visite, orari e biglietti.

La necropoli di Anghelu Ruju è gestita dalla Cooperativa S.I.L.T., attiva dal 1985 nella valorizzazione turistica e culturale del territorio di Alghero. Il sito è visitabile tutto l’anno (eccetto il giorno di Natale) e tutti i giorni, con orari stagionali:

  • Novembre–marzo: 10:00 – 14:00

  • Aprileottobre: 10:00 – 18:00

  • Maggio–settembre: 10:00 – 19:00

✅ È possibile acquistare biglietti combinati per visitare sia la Necropoli di Anghelu Ruju che il vicino Complesso nuragico di Palmavera, che peraltro segue gli stessi orari della Necropoli.

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Eventi e valorizzazione esperienziale.

Durante l’estate, la necropoli si apre anche a esperienze culturali uniche. Tra queste:

  • “Notte sotto le stelle”: visita guidata in notturna con osservazione astronomica, accompagnati dall’astrofisica Dott.ssa Barbara Leo. Un evento che unisce scienza, archeologia e fascino notturno tra le tombe millenarie.

  • Laboratori didattici e percorsi per famiglie: alla scoperta dei riti funerari della preistoria, pensati anche per i più piccoli.

Queste attività confermano l’impegno della cooperativa S.I.L.T. nel promuovere un turismo archeologico esperienziale, emozionale e sostenibile.


Riconoscimento UNESCO: Anghelu Ruju è Patrimonio dell’Umanità.

Dal 12 luglio 2025, la necropoli di Anghelu Ruju è ufficialmente entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, nell’ambito dell’iscrizione collettiva intitolata:

“Tradizioni funerarie nella preistoria della Sardegna: le Domus de Janas”

Un riconoscimento prestigioso che celebra l’eccezionale valore storico e culturale di questi complessi funerari scavati nella roccia, testimonianza unica delle pratiche rituali e spirituali delle comunità prenuragiche dell’Isola, databili al IV-III millennio a.C.

Il sito di Anghelu Ruju, tra i più estesi e significativi della Sardegna, rappresenta una tappa fondamentale per comprendere le radici antichissime dell’identità sarda. Visitare oggi questa necropoli significa immergersi in un luogo che l’UNESCO ha riconosciuto come parte del patrimonio condiviso dell’umanità.

🔗 Per approfondire: Sito UNESCO – Lista del Patrimonio Mondiale


Un itinerario tra passato e paesaggio.

Anghelu Ruju e Palmavera formano un vero circuito archeologico pre-nuragico e nuragico visitabile in un solo giorno. Due siti uniti da una stessa visione: raccontare la Sardegna attraverso le sue radici più profonde.

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