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Nule


Il piccolo centro di Nule è situato a circa 700 metri sul livello del mare, in un ripido costone, dal quale si può godere lo splendido panorama che si affaccia sulla piana del Goceano, con a sud un’ampia vista sulla vallata del Tirso dal quale il territorio è bagnato con i suoi numerosi affluenti e torrenti come il “rio de sos campaneddos”.

La zona è completamente costituita da rocce magmatiche. Numerose le sorgenti, le cui acque sono apprezzate per la qualità e perché ritenute salutari come ad esempio “La fonte di Torosile” e “Sa funtana des’iscalas” . La zona più verdeggiante è quella nei pressi del monte Tolida, formata soprattutto da macchia mediterranea e piante di mirto.

Sorto sicuramente in epoca preistorica, nel medioevo venne eletto villa della curatorìa (suddivisione amministrativa degli antichi giudicati sardi) di monte Acuto. Decaduto il giudicato di appartenenza, passò in mano alla famiglia dei Doria e, successivamente, agli Arborea e poi agli Aragonesi. Durante il XVIII secolo venne inglobata nel ducato di monte Acuto e, nell’anno 1839, in seguito all’abolizione del feudalesimo, fu riscattata dai Tellez-Giron d’Alcantara.


COSE DA VEDERE

Si attesta la presenza dell’uomo sin dal paleolitico inferiore, grazie al ritrovamento di una amigdala di selce (pietra che ricorda più o meno vagamente la forma di una mandorla, modellata con i bordi taglienti). Le testimonianze di epoca neolitica sono dovute alla presenza di Dolmen: Santu Lesèi, Taspìle e Mialibèngo; betili, sempre a Santu Leseì, Isporo Sisine e Istelai Voes; mentre, in misura minore, menhir: Terrasole e Istelai. In particolare Santu Leseì è famoso per il ritrovamento di un bronzetto nuragico a forma di toro androcefalo, un mostro antropomorfo, metà toro e metà uomo, che è ora possibile ammirare nel Museo Archeologico di Cagliari.

La presenza di ben 18 nuraghi colloca Nule nell’area di alta densità nuragica, tra cui quelli di Ederosu, Murchidda e Boes, Voes che è un grande Nuraghe trilobato e Istelai anch’esso a struttura complessa.

Sono numerose le chiese: la parrocchiale dedicata a Santa Maria Bambina, probabilmente edificata nell’anno 1600, ispirata allo stile gotico aragonese e caratterizzata da due campanili, uno moderno e uno antico, l’unico nella zona a sezione circolare. All’interno si possono ammirare le opere di uno degli artisti più illustri della pittura sarda dell’800, Antonio Caboni. L’ Oratorio di Santa Croce è una delle chiese più antiche del paese, risalente pare all’anno 1500 come anche la chiesa dell’Assunta, chiamata anche di “Mesaustu”. San Pietro venne edificata nel diciassettesimo secolo ed è legata ad un’usanza ormai scomparsa: se una persona era sospettata di abigeato doveva prestare giuramento su di una pietra sacra chiamata ” su zuramentone”, se mentiva pare venisse annientato all’istante da un fulmine.

Nel Colle di San Paolo, un tempo sorgeva l’omonima chiesa di trachite rossa, del quale rimane soltanto un’acquasantiera in granito, e il vecchio cimitero, ora sconsacrato, è stato trasformato in parco pubblico ben attrezzato, che trovandosi a 655 metri, è uno splendido punto panoramico. Dal belvedere di San Paolo è infatti possibile ammirare tutta la catena e la vallata del Goceano, il castello di Burgos, Benetutti e i paesi de Sa Costera.

A sud del colle troverete la chiesa di San Giovanni dove sino al secolo scorso si svolgeva la tradizionale cerimonia del comparatico: i giovani affidavano la propria amicizia al santo, legandosi tra loro come Compares e Comares de Santu Zuanne, dandosi da quel momento del ‘Voi’ al posto del ‘Tu’.

Come nella maggior parte della Sardegna, la sera del 16 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, con il tradizionale falò in piazza, mentre il 13 del mese di giugno si svolge Santu Antoni de su casu furriadu. Tra riti religiosi e folkloristici viene offerto in degustazione infatti il saporitissimo formaggio filante accompagnato da ottimi vini del luogo. Nule si distingue infatti per l’ottima produzione di formaggio pecorino e le gustose provolette (formaggio a pasta filata prodotto da latte vaccino).


Il paese è famoso per la lavorazione artigianale di raffinati tappeti, unici nel loro genere. Rappresenta il più alto esempio di artigianato del tappeto del Goceano ed assieme a Samugheo di tutta l’isola. Gli accostamenti cromatici e la trama dei disegni sin dagli albori vengono tramandati da madre in figlia. I tappeti sono tessuti su telai verticali, a doppia faccia e il particolare intreccio tra trama ed ordito da origine a un tessuto molto fitto.

I disegni provengono dal passato:”sos coros furriados”, “sos rosittos antigos”, “su fruninzu”, “sos bindighi annos” sono talvolta rinnovati con linee moder­ne :”castelli e melograni”, “ghirlande e fiori”,”balletto”. Esistono diversi tipi di tappeti: tradizionale “a fiamma”, “moderno”, realizzato con la stessa tecnica ma con disegni nuovi, e “composito”, creato dalla combinazione degli altri due. In agosto si svolge proprio “La Mostra del Tappeto di Nule”, durante la quale il turista può assistere alla tipica lavorazione artigianale.

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