Il paese è inserito tra le zone storiche del Logudoro e del Meilogu, in un paesaggio che comprende monti, altipiani, boschi, colline, pianure e vulcani spenti che, con le loro eruzioni, hanno dato vita in passato a incantevoli muraglie naturali che sembrano circoscrivere i territori del paese.
L’abitato sorge proprio ai piedi del Monte San Matteo, uno tra gli ultimi vulcani a cessare l’attività nell’intera Isola. Il toponimo Plovake, viene ritenuto di origine bizantina, mentre secondo un altra spiegazione creativa, il nome deriverebbe dal fondatore Plubio, o dalla parola fenicia Palegh che significa divisione dovuta ad uno squarcio nel terreno dalla lava, situato su un cratere vulcanico recente.
Sorse in epoca precartaginese e venne denominata Plubium dai romani che la dominarono. Nel V secolo fu quasi distrutta dalle invasioni barbariche ma nell’alto medioevo si sviluppò in maniera notevole ed entrò a far parte della curatoria di Florinas e fu eretta a diocesi. A metà del XIII secolo passò in mano ai Doria, poi ai Malaspina e in seguito ai giudici d’Arborea. Nel XIV secolo ebbe un periodo di decadenza e diventò un semplice paese.