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I Candelieri della Fede: Sassari, Nulvi, Ploaghe, Iglesias. Storie di devozione, identità e resistenza.

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✅ Introduzione

Ogni estate, nel cuore del mese di agosto, la Sardegna si accende di luci, colori e antiche melodie: è il tempo dei Candelieri, solenni e spettacolari processioni votive che animano le strade di Sassari, Nulvi, Ploaghe e Iglesias. Sebbene ogni comunità custodisca riti e dettagli propri, l’anima di queste feste è condivisa: la devozione mariana.

In questo articolo vi accompagno in un viaggio attraverso le quattro varianti della tradizione dei Candelieri, mettendole a confronto e sottolineando il loro valore simbolico e comunitario, in un momento dell’anno che rinnova l’identità più profonda del popolo sardo.


✅ Sassari e la “Festha Manna”: la Faradda di li Candareri, ovvero la Discesa dei Candelieri.

🔹 Tredici imponenti candelieri votivi in legno, simboli delle antiche corporazioni di arti e mestieri (i Gremi), ogni 14 agosto vengono trasportati a spalla lungo le vie del centro storico, da Piazza Castello fino alla chiesa di Santa Maria di Betlem. Questo rito solenne rinnova il voto alla Madonna Assunta, formulato nel 1652 durante la terribile epidemia di peste che colpì la città.
Tuttavia, la tradizione dei candelieri è più antica del voto del 1652. Alcuni studiosi ritengono che la pratica processionale dei candelieri sia di origine trecentesca o addirittura duecentesca, portata in Sardegna dalla Repubblica di Pisa (dove erano diffuse feste votive con grandi ceri e torce) e successivamente influenzata da Genova.

🔹 Il rito della vestizione dei Candelieri, che si tiene nella mattina del 14 agosto, è un momento simbolico di enorme rilevanza. Ogni gremio decora il proprio candeliere con fiori di carta, ghirlande, nastri, spighe e drappi colorati, trasformandolo da oggetto ligneo a simbolo sacro. È un momento di preparazione rituale e di forte coesione comunitaria, in cui il gremio si riunisce nella propria sede o presso una cappella votiva.

Come osserva lo storico Pierluigi Alotto:

“La vestizione è il momento in cui il candeliere assume la sua identità sacra e simbolica. Da corpo inerte diventa segno di fede e storia.”

🔹 A partire dal primo pomeriggio, intorno alle ore 16, i gremi con i loro rappresentanti e portatori si ritrovano nel punto di raduno in piazza Castello, da dove prende avvio il percorso e dopo la messa di ringraziamento, celebrata nella vicina chiesa del Rosario, verso le 18, inizia la discesa lungo corso Vittorio Emanuele.
L’ordine di sfilata procede dal più recente al più antico: Braccianti, Autoferrotranvieri, Macellai, Fabbri, Piccapietre, Viandanti, Contadini, Falegnami, Ortolani, Calzolai, Sarti, Muratori (questi ultimi due si alternano ogni anno nell’ordine di discesa) e Massai.

🔹 I Gremi, con i loro abiti tradizionali e le insegne storiche, sono i veri protagonisti della Faradda. Insieme a loro, la folla accompagna il corteo con cori, applausi e grida d’incitamento, trasformando il tragitto in una danza collettiva di fede, fatica e festa.
Più che una semplice processione, la Faradda è l’espressione viva dell’identità sassarese, tramandata di generazione in generazione.

🔹 Dal 2013, questa straordinaria manifestazione è riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, in quanto parte delle Feste italiane dei Grandi Macchinari a Spalla, insieme a quelle di Viterbo, Nola e Palmi.


Sa Essida de sos Candhaleris. Immagine dal sito del Comune di Nulvi.

✅ Nulvi: Sa Essída, la forza della comunità.

🔹 Ogni anno, il 14 agosto, nel cuore dell’Anglona, il borgo di Nulvi rinnova la sua tradizione più sentita: Sa Essída de sos Candhaleris, la “uscita” dei Candelieri. Si tratta della celebrazione religiosa e civile più importante del paese, dedicata alla Madonna Assunta, a cui la comunità rinnova la propria devozione con una cerimonia che unisce spiritualità, identità collettiva e arte popolare. L’uscita dei tre candelieri costituisce l’offerta fatta alla Madonna dalla popolazione, in onore ad un voto fattole in tempo di peste nel 1200.

🔹 Protagonisti della festa sono tre grandi Candelieri, di circa 9 quintali ciascuno, imponenti strutture verticali ispirate all’iconografia sacra. Realizzati con materiali poveri come legno, canne e cartapesta, i candelieri si trasformano in vere e proprie pale votive ornate da immagini sacre e decorazioni preziose, dai colori intensi e simbolici:

  • Il verde rappresenta i Pastori, evocando i pascoli erbosi dell’entroterra;
  • Il giallo richiama le spighe dorate dei campi coltivati dai Messai (i mietitori);
  • L’azzurro delle vesti degli Artigiani simboleggia il cielo, colore da sempre legato alla Vergine Maria.

🔹 La celebrazione inizia già alla vigilia del 14 agosto, con i preparativi presso l’oratorio di San Filippo Neri, centro spirituale della confraternita organizzatrice. La festa vera e propria si apre con la benedizione dei Candelieri, che, portati a spalla dai devoti, attraversano le vie del paese accompagnati da canti, preghiere e dalla partecipazione corale della comunità.
Al calare della sera, i Candelieri raggiungono la chiesa parrocchiale dell’Assunta, dove vengono disposti in cerchio intorno al simulacro della Vergine dormiente, rievocando con forza le atmosfere delle liturgie bizantine. Qui rimarranno per otto giorni, come solenni guardiani del rito, mentre si susseguono cerimonie, processioni e momenti di preghiera.

🔹 Particolarmente suggestiva è la presenza di dodici confratelli, in abiti cerimoniali dalle fogge orientali, che impersonano i Dodici Apostoli nel contesto dell’antico rito dell’”Addormida”, legato al transito di Maria.

🔹 Il giorno dell’Ottava, l’ultimo atto della celebrazione, i Candelieri vengono riportati in processione all’oratorio di San Filippo Neri, dove verranno custoditi fino all’anno successivo. Questo ciclo rituale, che conserva intatta la sua struttura arcaica, rappresenta uno dei rari esempi superstiti di cerimonia ottavaria integrale ancora viva nella Sardegna contemporanea.


I due Candelieri di Ploaghe. Immagine dal sito ufficiale del Comune.

✅ Ploaghe: due Candelieri per due gremi.

🔹 A Ploaghe, il 15 agosto si celebra una festa unica, incentrata su due Candelieri storici, testimoni di una tradizione lunga oltre tre secoli. Le prime tracce documentate risalgono al voto emesso dall’amministrazione locale durante la peste del 1580, come ricorda il rettore Cossu.
I due Candelieri, ciascuno formato da un piedistallo di legno alto circa un metro e un cilindro decorato con immagini sacre, portano in cima i simulacri di Gesù Bambino e di San Pietro, patrono della città. Un aspetto distintivo è la doppia uscita: i Candelieri sfilano infatti due volte l’anno, il giorno del Corpus Domini e il 15 agosto, accompagnati dalle rispettive ottave che prevedono funzioni solenni, nuove processioni più intime e raccolte, e spesso anche iniziative culturali e musicali.

👉 Le Ottave (in sardo: S'Ottava) sono una pratica religiosa tradizionale che si tiene otto giorni dopo una festa solenne, come per esempio la celebrazione dell'Assunzione della Madonna il 15 agosto.

🔹 Gli “obrieri” – chiamati a Ploaghe Candaleraju – sono quattro: due maggiori, responsabili delle feste principali, e due minori, che curano le ottave. La loro nomina avviene tramite sorteggio, secondo un accordo storico tra i gremi dei Pastori e dei Messai.
Gli obrieri organizzano anche “su ziriu”, una striscia di seta ricamata in oro che viene apposta sul cero durante la processione, e si occupano di reclutare i portatori, detti “sos de sutta”. Questi ultimi portano i Candelieri a spalla e non ricevono un compenso in denaro, ma un quarto di pecora, una ricca cena e un abbondante ristoro: un gesto di buon auspicio per tutta la comunità.

🔹 I colori delle bandiere riflettono le categorie sociali: rosso per i Pastori e tonalità più chiare – giallo, rosa, celeste – per gli Agricoltori.

🔹 Infine, la processione è guidata per undici delle dodici “fermate” dal Candeliere di San Pietro, che cede il passo all’ultimo momento al Candeliere di Gesù Bambino, che ha l’onore di entrare in chiesa per primo.


Gli otto candelieri nella piazza della Chiesa di Santa Chiara e del Comune. Immagine da associazionecandelieriglesias.it, di Marco Graziano.

✅ Iglesias: la riscoperta della memoria.

🔹 Nel cuore dell’agosto iglesiente, il 15 agosto, tra le pietre calde del centro storico e il silenzio delle antiche chiese, si celebra un rito che ha saputo rinascere dalla memoria: la Festa di Santa Maria di Mezo Gosto. Una tradizione antica, documentata fin dal Medioevo, che nel 1992 ha trovato nuova linfa grazie a un ritrovamento sorprendente.

In uno stanzino dimenticato accanto all’Aula Capitolare della Chiesa Cattedrale di Santa Chiara, emerse una colonna lignea appartenente a un antico candeliere: un reperto simbolico, testimonianza materiale di una fede mai del tutto sopita. Restaurato da un artigiano locale, il candeliere venne riconsegnato al quartiere di Santa Chiara, dove, secondo la memoria orale, era custodito in origine. Da quel momento, la comunità di Iglesias ha dato nuovo impulso alla celebrazione, che oggi conta otto maestosi Candelieri, portati in processione dai rioni cittadini, dalle corporazioni e dalla stessa municipalità:

  1. Candeliere dell’Universitas;
  2. Candeliere di Montagna;
  3. Candeliere di Sancta Chiara;
  4. Candeliere di Mezo;
  5. Candeliere di Fontana;
  6. Candeliere di Castello;
  7. Candeliere dei vinajuoli;
  8. Candeliere dei lavoratori.

🔹 Il legame tra Iglesias e questa solennità è profondo e documentato. Il Breve di Villa di Chiesa, antico statuto trecentesco della città, dedica ben tre capitoli alla festività di Santa Maria di Mezo Gosto. Tra le norme più significative vi è quella che prevedeva la liberazione di prigionieri, uomini e donne, in onore dell’Assunta — a sottolineare lo spirito di misericordia e rinnovamento che accompagnava la festa.

🔹 Oggi i Candelieri di Iglesias, alti fino a quattro metri, richiedono la forza sincronizzata di 16-20 portatori ciascuno. Sfilano tra le vie del centro in un corteo suggestivo, aperto da figure simboliche come l’Araldo, il Capitano del Popolo e la Campanella, che richiamano l’antico cerimoniale urbano e la commistione tra autorità civili e religiose.


✅ Una fede che unisce: il cuore pulsante della Sardegna.

👉 Quattro città, quattro varianti, una sola anima!

🔹 Dietro le differenze di forma (tabernacolo o colonna), numero (da due a tredici), data e partecipazione, ciò che unisce tutte queste celebrazioni è il voto. La promessa collettiva fatta alla Madonna Assunta in tempi di crisi, di malattia, di carestia. È mantenuta, ogni anno, con fatica e orgoglio.

🔹 Questi riti sono il segno tangibile di una Sardegna che non dimentica, che si aggrappa alle sue radici per guardare avanti. Sono atti di fede ma anche di cultura, di resistenza alla dimenticanza, alla dispersione. Ogni candeliere sollevato è un monumento vivente alla memoria e alla speranza.

In un mondo che cambia, queste feste ci ricordano che il senso di appartenenza è un bene prezioso. Che la comunità, quando si stringe attorno a un simbolo condiviso, può diventare più forte di ogni difficoltà. Come quei portatori che, con passo ritmato e cuore saldo, tengono alto il peso della storia e della fede.

✅ Fonti bibliografiche e sitografiche per approfondire.

Bibliografia:

  • M. L. Wagner, Feste religiose popolari in Sardegna, Roma, 1926.
  • A. Mattone, Storia della Sardegna, Laterza, 2001.
  • F. Manconi, “I Gremi di Sassari: memoria storica e identità urbana”, in Annali della Fondazione di Sardegna, 2017.
  • G. Pitzalis, Ceri e candelieri di Sardegna, Cagliari, Condaghes, 1998.

Sitografia:

👉 N.b.: L’immagine di testa, è tratta dal sito web candelierisassari.it e raffigura la Discesa dei Candelieri di Sassari, lungo il Corso Vittorio Emanuele II.


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