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Pattada

Pattada, il borgo delle lame e della musica

C’è un luogo, nell’interno della Sardegna, dove il tempo si muove con un passo più lento e deciso, proprio come quello di chi ha imparato a lavorare con pazienza la materia grezza fino a trasformarla in arte. Questo luogo si chiama Pattada, un paese che non si visita semplicemente: si scopre, si respira, si ascolta nel suono del vento che accarezza i boschi del Goceano e nel battito regolare del martello sull’incudine.

✅ Un borgo sospeso tra monti, tradizione e arte

Arrivare a Pattada è come aprire un cofanetto prezioso nel cuore del Goceano. Situato a oltre 700 metri d’altitudine circondato da una natura rigogliosa fatta di boschi di lecci, querce secolari e pascoli silenziosi, questo borgo di circa 3.000 anime ha saputo custodire e tramandare con orgoglio i saperi antichi, senza rinunciare alla propria anima genuina.

Qui non si viene solo per “dare un’occhiata”: Pattada è un paese da vivere con lentezza, con la voglia di lasciarsi stupire, magari seduti su una panchina in pietra a guardare il tramonto che incendia le colline o camminando per le viuzze del centro storico tra case in granito e profumi di pane appena sfornato.

Panorama di Pattada – Immagine da pattadawildtrail.com

✅ Origine del nome e cenni storici

Il nome Pattada ha origini antiche e affascinanti.
Secondo il linguista tedesco Max Leopold Wagner, autore del monumentale Dizionario Etimologico Sardo, il toponimo deriverebbe dal latino patet, che significa “è aperto”. L’etimologia rimanderebbe dunque alla particolare posizione geografica del paese, situato su un altopiano che si affaccia su un’ampia vallata, quasi a simboleggiare un luogo “aperto” e luminoso.

Anche il linguista Mario Puddu, nel suo Dizionario Etimologico dei Nomi di Paesi della Sardegna (2006), conferma l’interpretazione wagneriana, sottolineando come il toponimo rifletta una descrizione paesaggistica tipica della toponomastica latina in Sardegna. È quindi probabile che il nome Pattada nasca come indicazione geografica naturale, legata alla sua posizione dominante e aperta sul territorio del Goceano.

La storia del borgo si sviluppa nel contesto del medioevo sardo, all’interno dei confini del Giudicato di Torres, quando la zona del Goceano era punteggiata da castelli e villaggi fortificati.
Pattada conserva ancora oggi l’impianto urbanistico di un centro montano antico, con case in trachite e vicoli che raccontano secoli di vita comunitaria.

✅ La patria delle lame: le “resolzas” di Pattada

Ma se Pattada è conosciuta in tutta la Sardegna (e non solo), lo si deve soprattutto a una tradizione artigianale millenaria: la produzione dei coltelli a serramanico, le famose resolzas pattadesas. Un’arte che ha origine da necessità antiche — lo strumento del pastore, del contadino, dell’uomo di montagna — trasformata oggi in un’eccellenza dell’artigianato artistico.

La resolza è molto più di un coltello: è un simbolo identitario. Manico in corno di montone o muflone, lama in acciaio finemente forgiata, apertura a scatto manuale…ogni pezzo è unico, lavorato a mano in botteghe dove ancora oggi il tempo segue i ritmi del fuoco e del martello. Alcuni artigiani personalizzano ogni coltello con incisioni e intarsi che raccontano storie, rendendoli oggetti da collezione ammirati in tutto il mondo.

✅ La liuteria pattadese: dove il legno diventa musica

Accanto all’arte del ferro, a Pattada vive un’altra tradizione di straordinaria bellezza: quella della liuteria artigianale, che trasforma il legno in strumenti musicali di pregio. Tutto comincia negli anni ’90, quando nel paese nasce la Bottega del Liutaio (1995), voluta da Tore Pala, assessore alla cultura, con l’obiettivo di tramandare le competenze nella lavorazione del legno e creare nuove opportunità per i giovani.

Guidati dal maestro falegname Fodde di Buddusò e dal liutaio Giannangelo Regaglia, gli apprendisti imparano le tecniche di costruzione di violini, viole e contrabbassi, lavorando con la stessa cura e passione che distingue da sempre gli artigiani pattadesi. Vengono utilizzati legni pregiati come l’acero dei Balcani e l’abete della Val di Fiemme, scelti per la loro qualità acustica e per la capacità di restituire un suono limpido e caldo.

Come racconta La Nuova Sardegna, “i violini made in Pattada suonano nelle sale da concerto internazionali”, e anche grandi maestri come Salvatore Accardo e Francesco Bissolotti hanno visitato il laboratorio, riconoscendone il valore. Oggi la lavorazione del legno resta un pilastro dell’identità locale: non solo liuteria, ma anche intaglio e falegnameria che mantengono vivo il legame con la natura.


🔷 I sapori autentici di Pattada: tra formaggi, dolci e tradizioni antiche

Pattada non è solo patria di artigiani e coltellinai, ma anche di una straordinaria tradizione agroalimentare che racconta l’anima più genuina della Sardegna. Qui il gusto nasce dal legame profondo con la terra, dal pascolo libero e dai saperi tramandati di generazione in generazione.

✅ I formaggi di Pattada: eccellenza dei pascoli montani

Tra i protagonisti della tavola ci sono sas peritas (o perette), formaggi dal gusto inconfondibile e dalla consistenza morbida, simbolo dell’identità gastronomica locale. Ma non solo: Pattada vanta una produzione di ricotte e formaggi ovini tra le più apprezzate del nord Sardegna.

Dai verdi pascoli nascono capolavori come il fiore sardo, il pecorino romano, il pecorino sardo e i pregiati pecorini biologici, tutti caratterizzati da aromi intensi e naturali, frutto delle erbe e delle essenze che crescono spontanee nelle campagne circostanti.

✅ Dolci tradizionali e miele profumato

La tradizione dolciaria di Pattada è un vero viaggio nel gusto. Impossibile non assaggiare le origliettas ammerradas, intrecci dorati immersi nel miele, o le specialità tipiche della Sardegna: amaretti, tiriccas, pabassinos, casadinas e le irresistibili seadas ripiene di formaggio fresco.

Una menzione speciale merita il torrone, preparato ancora oggi secondo le antiche ricette familiari e arricchito con miele locale, ingrediente che ne esalta il profumo e la dolcezza naturale.

✅ Il pane di Pattada: tra tradizione e sapori di festa

In ogni tavola pattadese non può mancare il pane. Il più diffuso è su misturu, il tradizionale pane carasau, affiancato dalla spianata (su poddine), più morbida e fragrante. Tra le specialità da forno spiccano sas cozzilas d’elda, soffici focacce con i ciccioli, e sas cochitas, preparate in occasione delle festività dei Santi e dei Morti: un pane simile a su misturu, ma più soffice grazie all’aggiunta di patate nell’impasto.

✅ Le paste della tradizione

La cucina di Pattada custodisce anche una ricca varietà di paste tipiche: sas pellizzas, condite con sugo di pomodoro e pecorino; sos macarroneddos a ungia, piccoli gnocchetti lavorati a mano; macarrones a battoro e a unu poddighe, fino a su succu minudu e maduru, le due varianti della fregola locale.

✅ I sapori della montagna

Oltre al pane e ai dolci, nella cucina pattadese non mancano piatti robusti e profumati, come quelli a base di funghi porcini e carni di maialetto, capretto, cinghiale o selvaggina, cucinati secondo tradizione. Sono sapori che parlano di boschi, di stagioni e di convivialità, e che restituiscono tutto il carattere autentico della cucina pattadese.

Qui si mangia bene non per moda, ma perché ogni ingrediente nasce da una filiera corta, fatta di piccoli produttori, saperi contadini e mani sapienti. Le trattorie e gli agriturismi del luogo offrono piatti genuini in ambienti caldi e familiari, dove l’accoglienza è parte della cultura.


🔷 La voce della terra: canto a tenore, poesia sarda e cultura orale

Ma Pattada non è solo arte delle mani e dei sapori. È anche arte della voce, parola che si fa musica, poesia, espressione profonda dell’identità sarda.

✅ Il canto a tenore

Tra le sue colline, risuona ancora oggi il canto a tenore, una delle forme di canto polifonico più antiche e affascinanti del Mediterraneo, riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. A Pattada questo canto non è mai stato relegato a semplice folklore: è vissuto e praticato con rispetto, orgoglio e passione.

Le voci si intrecciano in un dialogo vibrante tra il bassu, il contra, la mesu oche e la oche solista, creando un suono arcaico, profondo, quasi primordiale. È un canto che nasce dalla terra, dalla fatica dei campi e dalla memoria collettiva, e che si continua a tramandare nei circoli culturali, nelle feste e nei momenti comunitari.

✅ I poeti in lingua sarda

Altro aspetto prezioso è quello della poesia improvvisata e dei poeti sardi (poetas) che si esprimono in lingua locale. Le gare poetiche sono un vero spettacolo culturale: sfide verbali in cui i poeti, spesso accompagnati da chitarra, si cimentano in ottave improvvisate su temi d’attualità, storia, amore, religione.

A Pattada, questi poeti non sono solo artisti: sono custodi della lingua, della memoria e del pensiero critico. La lingua sarda diventa così veicolo di bellezza, ma anche strumento per leggere il mondo e interrogarsi sul futuro, con l’ironia, l’intelligenza e la saggezza che solo la poesia orale sa esprimere.


Panoramica della Pineta comunale “Salvatore Pala” – Immagine dalla pagina Facebook de “I viaggi di Droneddu”.

🔷 La Pineta Salvatore Pala: cuore verde e memoria di Pattada

Sulla sommità del paese si estende la suggestiva Pineta Salvatore Pala, un’area verde che domina l’abitato e regala ampi panorami sul Goceano e sul Monte Lerno. È il luogo dove i pattadesi amano passeggiare, incontrarsi e respirare l’aria fresca dei monti, tra il profumo di resina e il canto del vento tra i pini.

La pineta porta il nome del maresciallo del Corpo Forestale Salvatore Pala, a cui è dedicata in segno di memoria e riconoscenza. Pala perse la vita nel tragico incendio di Curraggia del 1983, un rogo devastante che colpì la Gallura e costò la vita a tredici persone. Per il suo eroismo e spirito di servizio, gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Oggi, la pineta è non solo uno spazio naturale ma anche un luogo della memoria, dove natura e storia si intrecciano in un silenzioso tributo al coraggio.

Nel cuore della pineta nel 2022 è stato inaugurato un parco giochi attrezzato, che rende questo spazio un punto di ritrovo ideale per famiglie e visitatori. L’area è facilmente raggiungibile dal centro del paese e offre un panorama che abbraccia tutta Pattada, restituendo un senso di pace e appartenenza profondo.


🔷 Cosa vedere: itinerario a piedi

1. Centro storico e scorci urbani

La prima tappa è semplicemente una passeggiata nel centro storico:

  • Le strade lastricate e in pietra del borgo, gli infissi in legno, le facciate decorate, le “isperaglias” (serramenti tradizionali in legno) rendono il paese un piccolo museo a cielo aperto.

  • Passeggiando, si nota la pendenza del borgo, la disposizione “a gradoni”, e i belvedere che si affacciano sul territorio circostante. Questa conformazione è parte dell’esperienza visiva: arrivare al paese già è un piccolo viaggio. 

2. Chiese storiche

Tra i luoghi da non perdere ci sono alcune chiese che raccontano la storia religiosa e artistica del paese:

  • La parrocchiale di Chiesa di Santa Sabina: edificata nel XVI secolo in stile catalano-gothico, al suo interno ospita un altare ligneo della seconda metà del ‘700, realizzato grazie a un lascito testamentario.

  • La Chiesa di San Giovanni: in via di restauro, raccontata da fonti locali come testimonianza della comunità religiosa pattadese.

  • Altre chiese minori di interesse: la Chiesa della Madonna del Rosario e quella dello Spirito Santo.
    Queste chiese costituiscono tappa perfetta per una pausa contemplativa, ammirando gli interni, i campanili e i dettagli architettonici.

3. Museo e artigianato

Una tappa fondamentale per comprendere la vocazione artigianale del paese:

  • Il Museo Internazionale del Coltello (Culter) (“Museo del Coltello”) in via Vittorio Emanuele II: ospita una collezione di coltelli artigianali di localizzazione locale e internazionale, oltre a un laboratorio attivo.
    Ottimo suggerimento: visita il laboratorio, se possibile, per vedere la produzione della resolza dal vivo.

  • Oltre al museo, molte botteghe artigiane si trovano nel centro storico: un’ottima occasione per scoprire “dietro le quinte” dell’artigianato del coltello e del legno.

4. Archeologia e natura nei dintorni

Pattada non è solo borghi: anche il territorio intorno offre spunti di visita.

  • Castello di Olomene

Rovine di una fortificazione medievale nella parte settentrionale del territorio comunale. Risale al periodo del Giudicato di Torres, XII secolo.
Un sito che racconta l’epoca più recente rispetto ai nuraghi — utile per completare il racconto della stratificazione storica del territorio.

  • Tombe, Domus de Janas, Mura megalitiche

Il territorio pattadese presenta decine di resti prenuragici e nuragici: tombe dei giganti, domus de janas, muraglie megalitiche. Per esempio, la voce su Wikipedia elenca località come Norchetta, Otinera, Sa Niera.
Questi siti sono ideali per creare itinerari “leggeri” nelle campagne attorno al borgo, con percorsi facili tra natura e storia.

  • Resti della strada romana

Nella zona nord del paese, nelle località “sa Pedra Peltusa” e “Badu ’e Crasta”, sono presenti tracce di una strada romana.
Un elemento interessante per chi desidera connettere la storia antica con il paesaggio contemporaneo: vedere un “cammino antico” meno antropizzato.

  • Natura incontaminata

Il territorio di Pattada è un invito a scoprire una Sardegna meno conosciuta ma autentica. Il Monte Lerno, con i suoi boschi di leccio e sorgenti, è perfetto per escursioni e percorsi di trekking panoramico.
Gli appassionati di motori conoscono il nome per il celebre “Salto di Monte Lerno”, una delle tappe più spettacolari del Rally Italia Sardegna.


🔷 Feste e Sagre

  • Santa Sabina, 29 agosto (Festa patronale).

  • “Sos Fogos de Santu Juanne” (I Fuochi di San Giovanni), 23 giugno.

  • San Giovanni Battista, 24 giugno.

  • Beata Vergine del Carmelo, 16 luglio.

  • “Su Mortu, Mortu”, 2 novembre.

  • Biennale del coltello, ogni due anni in estate.

  • Sagra de Sas Pellizzas, estate.

  • Palio degli Asinelli, agosto.

 

🔷 Perché fermarsi a Pattada?

  • Per scoprire l’arte della resolza pattadese e visitare le botteghe dei maestri coltellinai.

  • Per ammirare i violini di liuteria sarda nati dalle mani dei maestri locali.

  • Per gustare i sapori autentici del Goceano: miele, formaggi, torrone e dolci alle mandorle.

  • Per rilassarsi tra i pini della Pineta Salvatore Pala, cuore verde del paese.

  • Per vivere una Sardegna diversa, fatta di silenzi, legno e metallo che raccontano l’anima dell’isola.

🔷 Fonti e approfondimenti

🔶 Fonti storiche e linguistiche

  • Wagner, Max Leopold, Dizionario Etimologico Sardo, Heidelberg, Carl Winter, 1962–1964.

  • Pittau, Massimo, Toponomastica della Sardegna: origine e significato dei nomi di luogo sardi, EDES, Sassari, 1999.

🔶 Artigianato e coltelleria

🔶 Liuteria e tradizione musicale

🔶 Cultura, gastronomia e territorio

🔶 Archeologia e patrimonio

  • Ministero della Cultura (MiC) – Carta archeologica della Sardegna settentrionale.

  • Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, studi e scavi nell’area del Goceano.

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