Nella relazione del 1937 fatta dall’architetto Pulitzer e relativa al primo piano regolatore di Carbonia, viene descritto dallo stesso dove sorgerà la nuova città: “in una zona a mezza costa che discende con dolce declivio verso la miniera di Serbariu, aprendosi con ampia vista nel piano sottostante e sul non lontano Tirreno”.
I lavori della città del Carbone iniziarono nell’autunno del ‘37 e terminarono nell’estate del ’38, anche se in realtà i lavori conclusivi dell’intero abitato terminarono nel ’42. La città fortemente voluta dal regime fascista, nacque come centro industriale, residenziale e amministrativo in prossimità della Grande Miniera di Serbariu, all’epoca il più grande bacino carbonifero d’Italia. L’intento era quello di dare l’avvio ad una potente attività estrattiva del carbone, per raggiungere l’autosufficienza energetica (autarchia del carbone) in relazione alle sanzioni internazionali che seguirono l’invasione dell’Etiopia voluta dal regime. Si costruì una città “giardino” accogliente, moderna, confortevole su ogni aspetto, in modo tale che si dia “ai lavoratori che passano il giorno nell’oscurità delle miniere il conforto, lo svago e il riposo di un ambiente ridente e luminoso”.
Vennero a lavorare nella miniera di Serbariu da ogni parte d’Italia, attirati dalla forte necessità di sfamare la propria famiglia. In quegli anni Carbonia era l’America, l’Eldorado e la comune esperienza lavorativa e l’abitare in una città come Carbonia ha creato un indiscutibile sentimento di appartenenza, tant’è che tanti dopo la chiusura definitiva della miniera non sono più tornati al loro paese, ma sono rimasti a Carbonia insieme alla loro famiglia creando una comunità dal forte carattere.
Quando verrete a visitare Carbonia, troverete una città rinnovata e moderna grazie al progetto “Carbonia, città del Novecento” che a partire dal 2001 ha consentito il restauro sia degli edifici e dei monumenti civici, ma anche il restauro dell’intero sito della Grande Miniera di Serbariu. Infatti nel 2006 è stato inaugurato il “Museo del Carbone”, rendendo così fruibili gli edifici e le strutture minerarie. È possibile visitare la galleria sotterranea, la sala degli argani e la lampisteria, dove ha sede l’esposizione permanente sulla storia del carbone, della miniera e della città di Carbonia; l’ampio locale accoglie una preziosa collezione di lampade da miniera, attrezzi da lavoro, strumenti, oggetti di uso quotidiano, fotografie, documenti, filmati d’epoca e videointerviste ai minatori.
Bibliografia e sitologia:
- Tesi di Laurea della Dott.ssa Sabrina Santini, Università Sapienza di Roma, A/A 2013/2014: Per una seconda vita delle miniere. Pratiche di patrimonializzazione nella Sardegna sud-occidentale;
- Carbonia: realtà da 50 anni. Di Massimo Carta, Ed. Coop. Grafica Nuorese;
- È facile vivere bene in Sardegna se sai cosa fare. Come godersi la vita sull’isola più bella del mondo. Di Cristiano e Davide Peddis, Ed. Newton Compton Editori;
- museodelcarbone.it.
Foto in copertina: Carbonia – Piazza Roma, di trolvag da Wikimedia Commons