Introduzione
Dopo la conquista della Sardegna nel 238 a.C. e divenuta provincia nel 227 a.C., incominciò in maniera lenta ma continua, la romanizzazione dell’isola. Un elemento, forse il più determinante per quanto riguarda la romanizzazione dei territori conquistati, fu il reclutamento di uomini nell’esercito romano.
Quando un nuovo territorio passava sotto il controllo di Roma, oltre all’aspetto fiscale, le popolazioni locali dovevano adempiere alla fornitura di giovani al servizio militare. Tali giovani, non essendo ancora cittadini romani venivano inquadrati in reparti ausiliari, AUXILIA, costituiti da un numero di 500 (coorti quingenarie) o di 1000 uomini (coorti miliarie). L’arruolamento avveniva in base ad accordi che venivano stipulati con i governanti dei paesi o popoli conquistati. Spesso erano arruolamenti obbligatori ma capitavano anche arruolamenti volontari (come per i legionari aventi già la cittadinanza romana). L’arruolamento di uomini nelle coorti ausiliarie veniva tollerato in quanto a fine carriera militare, che durava 25 anni (18 per i legionari, 15 per i pretoriani e 28 per i fanti arruolati nella flotta), c’era l’ambìto traguardo del ricevimento della cittadinanza romana da parte dell’imperatore.

La Sardegna, dopo la conquista avvenuta sotto la repubblica romana ad opera di due legioni, a partire dal primo decennio del periodo imperiale sotto l’Imperatore Augusto, fu presidiata da tre coorti ausilarie. Una delle prime coorti fu la Cohors I Corsorum composta probabilmente da 1000 da soldati della Corsica o dei territori più a nord dell’isola, appunto della popolazione dei Corsi. Il suo accampamento era ubicato in una zona centrale della Sardegna, Forum Traiani, nell’attuale Fordongianus. La seconda coorte arruolata fu la Cohors VII Lusitanorum proveniente dall’attuale Portogallo. Questo reparto fondò il castrum di Augusti più o meno presso il paese attuale di Austis che mantiene praticamente lo stesso nome. Mentre il terzo reparto di soldati ausiliari, la Cohors III Aquitanorum proveniente dalla Gallia, costruì il castrum di Luguido (poi conosciuto col nome di Castra Felicia nel VII sec, d.C., durante l’occupazione dei romani d’Oriente, i Bizantini). Attualmente parte delle rovine si trovano sopra il colle di San Simeone a poche centinaia di metri dalla chiesa Nostra Signora di Castro (il nome è un’altra conferma dell’esistenza di tale forte), in territorio di Oschiri.
Un totale di circa 1500-2000 uomini controllavano la Sardegna e in modo particolare il centro dell’isola, dove alcune sacche di resistenza da parte di tribù che mal sopportavano il controllo di Roma, creavano non poche preoccupazioni non solo ai romani ma anche alle popolazioni sarde delle pianure. Infatti, una grande e temuta rivolta (probabilmente l’ultima grande rivolta) si ebbe nel 6 d.C.; e dovrebbe essere attorno a questo periodo che si ebbe una rimilitarizzazione dell’isola con la costruzione di nuovi castra e presidi nella parte più centrale dell’isola. Si suppone inoltre, visto la gravità della rivolta, che in questo periodo, in un secondo momento, si siano aggiunte altre due coorti di cui una composta anche da sardi, la Cohor I Sardorum et Corsorum e la Cohors II Ligurum et Corsorum, per un totale complessivo di 2000-3000 soldati ausiliari per il controllo della Sardegna.

Mentre le altre coorti erano reparti di fanteria, la Cohors III Aquitanorum Equitata, era composta anche da 120 cavalieri perché aveva il compito di controllare un territorio molto vasto che partiva dall’attuale Oschiri fino ad arrivare nel territorio dell’attuale Fonni. Una giurisdizione molto vasta che richiedeva appunto l’ausilio di soldati a cavallo per spostamenti più rapidi.
Con il ristabilirsi dell’ordine, dal II sec. d.C., il presidio dell’isola fu ridotto alla sola Cohor I Sardorum e ad almeno un distaccamento della flotta del Miseno per il controllo delle coste. Tale flotta era distribuita tra il porto di Kalaris e Turris (l’attuale Porto Torres). La Sardegna fornì moltissimi marinai sardi, come fanti di marina nella flotta romana. Attualmente in base alle testimonianze scritte, il numero più alto è stato fornito dalla Sardegna.
Il reclutamento dei Sardi
Per l’esercito, la Sardegna fornì due Coorti di soli soldati sardi: la Cohors II Sardorum e la Cohors I Nurritanorum. Entrambe furono spedite nell’attuale Algeria, dove costruirono il castrum di Rapidum. Tali contingenti furono poi fusi in un’unica coorte, la Cohor II Sardorum. Il suo compito era quello di presidiare i confini che separavano il territorio romano del nord Africa dal deserto del Sahara dove le popolazioni dei Berberi (barbari), erano una minaccia per questa parte più meridionale dell’impero.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, dopo una parentesi di circa 70 anni di dominazione vandala, la Sardegna fu presidiata da una guarnigione bizantina (romani d’oriente) con sede a Fordongianus che da Forum Traiani prese il nome di Chrysopolis. Tutt’ora sono presenti in tutta l’isola i resti di piccoli presidi militari bizantini. Purtroppo dopo tale periodo non abbiano ancora nessun riscontro di quali forze militari stazionassero in Sardegna.


Massimiliano Schirru è il cofondatore insieme alla moglie Sabina dell’Ass0ciazione Castrum Romano di Sassari, artefice della ricostruzione del Castrum romano della Crucca e che opera nel campo della rievocazione storica e delle attività storiche, culturali, ludiche e ricreative che annualmente vengono organizzate nel parco, che circonda il forte romano di La Crucca.
Visita anche tu il Parco del Castrum romano della Crucca, potrai trascorrere una giornata diversa, all’aria aperta, e magari incontrare i legionari della Cohors I Nurritanorum, un reparto sardo costituito da soldati sardi…
Ottima ricostruzione storica curata nei particolari. Bravissimi !
Grazie mille, Giovanni!