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La Settimana Santa a Cagliari e le processioni della tradizione

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Le processioni della Settimana Santa a Cagliari – sa Chida Santa, in lingua sarda – sono davvero tante ed iniziano dal Venerdì di Passione per terminare il Lunedì dell’Angelo.

I riti della Settimana Santa risalgono al Seicento, quando la Sardegna stava sotto l’egemonia politica spagnola, e conservano, quindi, l’autenticità di tradizioni che vantano oltre quattrocento anni di storia. Le connessioni culturali tra Sardegna e Spagna sono molteplici e, proprio in occasione della Pasqua, emergono con grande vigore.

In Spagna, infatti, la “Semana Santa” è sentita non soltanto a livello locale, ma anche a livello turistico, diventando uno tra i principali eventi che catalizzano molteplici flussi, soprattutto nella regione dell’Andalusia. La città che più di tutte esprime questo spirito a metà fra tradizione e devozione è Siviglia, alla quale la città di Cagliari viene spesso paragonata sul piano dell’importanza celebrativa attribuita ai riti della Settimana Santa.

I riti si aprono il cosiddetto venerdì di Passione, che apre le celebrazioni inaugurando l’uscita dei cosiddetti Misteri: sette simulacri lignei che rappresentano i principali momenti della Passione di Cristo. A curare i riti, oggi come allora, sono le Confraternite o “Confradias”, molte delle quali risalgono al XVI secolo. Nella sola Siviglia se ne contano 71!

Sin dal quattordicesimo secolo, le confraternite cittadine della città di Cagliari portano avanti riti e celebrazioni liturgiche che si sono definite in modo particolare nel corso dell’Ottocento e che ancora oggi rappresentano momenti altissimi di fede, tradizione, devozione e cultura.

Protagonisti assoluti di questi riti, oltre alle già citate confraternite, sono i Misteri, simulacri lignei che costituiscono i momenti salienti della Passione, morte e resurrezione di Cristo.

I Misteri

I Misteri sono statue lignee policrome realizzate dallo scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis nella seconda metà del Settecento, che raffigurano i principali istanti della Passione di Cristo, come l’Agonia nell’Orto, la Cattura, la Flagellazione, la Coronazione di spine, la salita al Calvario e la Crocifissione, a cui si inserisce una statua raffigurante la Madonna. Quest’ultima viene vestita a festa o a lutto a seconda dell’occasione; il rito della vestizione di questa statua, è tra quelli più apprezzati.

Statue dei Misteri
Le statue dei Misteri all’interno dell’Oratorio del Santissimo Crocefisso a Cagliari.

Le statue dei Misteri – sette sia per il quartiere Villanova che per Stampace, animano le processioni religiose che attraversano tra i 4 quartieri storici di Cagliari, quello di Castello, Stampace, Marina e Villanova, coinvolgendo alcune delle loro parrocchie.

La prima processione dei Misteri a Villanova

La prima Processione dei Misteri si svolge il Venerdì di Passione, che precede la Domenica delle Palme. Questa processione parte dall’Oratorio del Santissimo Crocefisso a Villanova, nel quale le statue, sistemate nella navata in relazione all’ordine cronologico di uscita, vengono portate in spalla dai confratelli e raggiungono gradualmente sette chiese dislocate tra i quartieri. In ciascuna di queste chiese entra uno dei Misteri, secondo l’ordine cronologico della Passione, per una breve visita al Santissimo, accompagnata da una meditazione e il canto di un inno. La statua viene sempre accompagnata all’interno di ciascuna chiesa da quella della Madonna, mentre le altre statue dei Misteri sostano all’esterno consentendo ai confratelli di riposarsi per alcuni minuti.

La Processione dei Misteri il Venerdì di Passione

Apre il corteo è s’andadori, il responsabile della confraternita, preceduto da uno o più tamburini. Seguono, nell’ordine, la “croce degli attrezzi”, in origine funerea insegna delle compagnie di penitenti o flagellanti, e i vari simulacri montati su particolari portantine.

La medesima processione dei Misteri si svolge anche il Martedì Santo nel quartiere Stampace con partenza dalla chiesa di San Michele, dove al suo interno sono custoditi gli altri sette simulacri – più recenti rispetto a quelli del quartiere di Villanova e ugualmente eseguiti dallo scultore Lonis. Tra le due processioni, quella con i Misteri di Stampace risulta la più antica ed è documentata a partire dal 1670.

I simulacri vengono portati in processione dalle 3 arciconfraternite del Gonfalone, del Santissimo Crocifisso e della Solitudine. La prima risiede nel quartiere Stampace ed ha anche l’onere di organizzare le processioni che coinvolgono il simulacro di Sant’Efisio. Le ultime due, invece, risiedono a Villanova, rispettivamente nell’omonimo oratorio e nella chiesa di San Giovanni.

Anche in questo caso in tutte le 7 chiese entra un solo simulacro per volta, accompagnato sempre da quello della Vergine Maria.

La vestizione della Madonna

Dopo le due processioni con i simulacri dei Misteri, un momento importante e allo stesso tempo molto atteso è quello della vestizione dei simulacri della Madonna, che si svolge in due occasioni: il Mercoledì Santo, per la vestizione a lutto che precede la Processione dei Sepolcri, e la sera del Sabato Santo, per prepararla alla festa della Resurrezione e all’attesissimo momento de “s’incontru”, la Domenica di Pasqua.

Il Mercoledì Santo nell’oratorio del Santo Cristo la statua della Madonna, reduce dalla prima processione dei Misteri veste ancora gli abiti colorati, viene posizionata ai piedi dell’altare per essere vestita a lutto. La vestizione è celebrata dalle consorelle che la svestono degli indumenti colorati e l’avvolgono di cotone profumato. Segue la vestizione con le vesti del lutto, con camicia e sottogonna nere, blusa e gonna con plissettatura anteriore bianche, il soggolo e un velo lungo nero.

Allo stesso modo nella chiesa di Sant’Efisio a Stampace, i confratelli del Gonfalone effettuano l’analoga vestizione.

Il rito de s’incravamentu

Il Giovedì Santo in ambedue i quartieri di Villanova e Stampace si svolge un commovente rito, ripetuto in diverse chiese della Sardegna: “s’incravamentu”. Si tratta della Crocefissione di Gesù Cristo che nonostante anticipi di un giorno l’evento raccontato nei Vangeli, per motivi puramente logistici, è l’evento tra i più attesi di tutta la Settimana Santa. Infatti, la morte di Cristo, secondo i Vangeli, è avvenuta alle 15:00 del Venerdì.

Ecco come si svolge:

nell’oratorio del Santissimo Crocefisso, verso le ore 15:00, una grande croce di legno nero viene collocata al centro dell’aula. Dalla teca posta sotto l’altare maggiore si estrae una statua di Cristo con gli arti snodabili, venendo poi inchiodato alla croce. Dopo diverse preghiere il Cristo crocifisso viene ricoperto interamente con fasce di cotone profumato. Il cotone viene inseguito distribuito ai fedeli, in segno di buon auspicio. Dopodiché al Cristo crocifisso gli viene posta la corona di spine sul capo e poi si circonda il simulacro da diversi lumi, fiori e piatti di nenniri (piantine di grano fatte germogliare al buio, che assumono un caratteristico colore bianco). Da questo momento, il simulacro diventa l’elemento centrale di una vera e propria veglia funebre. Questa veglia, la cui tradizione si è mantenuta viva anche in diversi paesi dell’isola, ha sostituito le successive fasi dell’innalzamento della croce e della Deposizione.

Statua di Cristo
Il simulacro di Cristo nella chiesa di San Giovanni Battista a Villanova.

Alcune ore dopo, nella Chiesa di San Giovanni, l’Arciconfraternita della Solitudine porta avanti il medesimo rito, Un grande Cristo crocifisso con gli arti snodabili viene preso dalla cappella laterale, dove era stato deposto la Domenica delle Palme, e posto al centro dell’aula circondato da lumi, fiori e nenniris, per essere venerato dai fedeli sino a notte tarda.

La Processione dei Sepolcri

Sempre il Giovedì Santo dal quartiere Stampace prende il via la Processione dei Sepolcri, che vede la significativa, seppur contrastante, partecipazione del simulacro di Sant’Efisio nei riti della Settimana Santa. I confratelli del Gonfalone portano in processione la statua di Sant’Efisio vestito a lutto per visitarne le 7 chiese, ritornando all’interno dell’omonima chiesa di Stampace intorno alle 20:30. Questo rito, si deve ad un voto fatto al santo a seguito di un miracolo avvenuto nel Seicento e tramandato da alcune fonti, secondo cui il santo guerriero avrebbe liberato la città di Cagliari dal pericolo di avvelenamento delle acque nei pozzi, dislocati nel centro abitato.

Sant'Efisio
Il simulacro di Sant’Efisio di rientro a Stampace dopo la processione del Lunedì dell’Angelo.

La presenza di Sant’Efisio si replica anche nella processione che si svolge il Lunedì dell’Angelo, sempre come ringraziamento per il miracolo della vittoria dell’esercito sardo contro i francesi del 1793.

Il Venerdì Santo e la processione del Cristo Morto

Nel Venerdì Santo avviene il solenne trasporto del Cristo crocifisso dalla chiesa di San Giovanni Battista a Villanova verso la Cattedrale. In questo giorno, sarà l’Arciconfraternita della Solitudine a occuparsi della processione. Le consorelle sono vestite a lutto, come la Madonna Addolorata, e portano in mano una candela accesa. I cantori vestiti di bianco insieme ad un nutrito gruppo di fedeli, precedono i 2 simulacri del Cristo Crocifisso e dell’Addolorata.

Alle 15:00 il corteo fa il suo ingresso in Cattedrale. Il Crocefisso viene innalzato al di sopra del presbiterio e successivamente calato e deposto al centro del transetto, esposto alla venerazione fino al giorno successivo. Subito dopo il simulacro dell’Addolorata, insieme a tutta la confraternita, fa ritorno al quartiere di Villanova.

Negli stessi istanti, dall’oratorio del Santissimo Crocifisso in Villanova l’omonima confraternita guida un’altra processione del Crocifisso, seguendo un cerimoniale del tutto analogo. Ancora, alle 20:30 i confratelli del Gonfalone, al lume delle fiaccole, compongono una processione portando sulle loro spalle la lettiga di legno laccato e dorato in cui giace un grande Crocifisso a braccia snodabili, parzialmente rivestito dei lini funebri. Segue l’Addolorata, circondata da un numeroso corteo che percorre le principali vie del quartiere, protraendosi sino a notte tarda.

Il Sabato Santo e il rito de “su scravamentu”

Il Sabato Santo è dedicato al rito de “su sclavamentu”, la Deposizione dalla croce, anch’essa tema carissimo alla pittura del Cinquecento. Si tratta di un rito anacronistico rispetto a quanto narrato nei Vangeli, come del resto accade per il Giovedì Santo, che si è venuto però a codificare secondo una formula più agevole per i confratelli. La Crocefissione, morte, deposizione, compianto, trasporto e sepoltura, che nella narrazione biblica si svolgono in momenti successivi della stessa giornata, sono stati invece distribuiti in tre giornate, sia per consentire alle confraternite di organizzarne adeguatamente le varie fasi e per far sì che i riti siano facilmente assimilabili nella loro solennità. Pertanto, nella mattina del Sabato Santo in molte chiese cittadine avviene “su sclavamentu” o “su scravamentu”.

Il simulacro di Cristo esposto nella Cattedrale, viene quindi schiodato dalla croce e deposto in una lettiga. Le consorelle della Solitudine, quindi, stendono sul catafalco un sottile velo di pizzo bianco. Legandone le quattro estremità con fiocchi neri simboleggiano la chiusura del sepolcro, che rimarrà esposto al centro della chiesa fino a sera. Contemporaneamente, nell’oratorio del Santo Cristo, si comincia a respirare un’atmosfera di gioia: le consorelle vestono a festa la Vergine, liberandola dagli abiti del lutto indossati il mercoledì Santo e preparandola per il giorno successivo. I confratelli, nel mentre, estraggono dalla sua nicchia la statua del Cristo Risorto.

Nel pomeriggio il simulacro del Mistero del Cristo morto nella Cattedrale fa ritorno nel quartiere di Villanova, per la cerimonia de “s’interru”, il seppellimento.

La Domenica di Pasqua e il rito de s’Incontru

Diffusa e preservata non solo a Cagliari, ma in quasi tutti i centri della Sardegna, la cerimonia de “s’Incontru” è quella più attesa e partecipata di tutta “Sa Chida Santa”.

Questa processione, che concretizza l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, prende spunto non da un fatto descritto nei Vangeli Sinottici, ma soltanto in quelli Apocrifi. Sicuramente la dimensione popolare dell’evento è alla base della sua così lunga sopravvivenza, permettendo di dare attuazione ad un momento simbolico di gioia, umanizzando una scena d’amore densa di grande suggestione.

L’incontro dei simulacri di Gesù risorto e la Madonna avviene in Piazza Garibaldi e, una volta giunti in prossimità l’una dell’altra, alla statua del Cristo risorto vengono fatti compiere tre inchini, che il simulacro della Vergine ricambia subito dopo. Da questo punto, i due simulacri, affiancati, vengono portati alla Chiesa di San Giacomo in Villanova, per la celebrazione della messa solenne cantata.

I riti della Settimana Santa sono un insieme di folklore e tradizioni, che vanno ben oltre la semplice devozione e si configurano come momenti di grande cultura, che permettono di collocare la storia della città di Cagliari in un contesto e in una dimensione di grande importanza storica.


Riferimenti Bibliografici

M. Dadea, M. Lastretti, Misterius: la Settimana Santa a Cagliari

G. Deidda, La Settimana Santa e la Sagra di Sant’Efisio a Cagliari

G. Caredda, La Pasqua dei sardi: le tradizioni della Quaresima e della Settimana Santa


Roberta Carboni è una Guida turistica, da oltre 10 anni e Storica dell’arte, vive a Cagliari ed appassionata di Sardegna, che ama così tanto, da tutta la vita, ed è proprio per questo che ha scelto di raccontarla, attraverso tour tematici esclusivi. In questo modo, contribuisce a far conoscere l’isola non soltanto per chi ancora non la conosce, ma anche per gli stessi sardi. I tour si svolgono sia all’interno di Cagliari, quindi nel centro storico e in altre parti della città, che nei dintorni della stessa, spingendosi anche nel sud e centro della Sardegna.

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