Il Sulcis Iglesiente all’interno della Provincia del Sud Sardegna, rappresenta una porzione importante della Sardegna sud-occidentale! Questa storica subregione che racchiude in sé 2 territori: il Sulcis più interno e l’Iglesiente più vicino alla costa. Il termine Sulcis deriva dall’antica città fenicia-punica di Sulky o Sulci oggi chiamata Sant’Antioco, comune sito sull’isola omonima. È formata da 27 comuni con una popolazione complessiva di circa 140.000 abitanti, comprendendo anche le isole di Sant’Antioco e San Pietro.
Facente parte all’antico Giudicato di Cagliari, la regione del Sulcis Iglesiente era legata alla curatoria (suddivisione amministrativa dei giudicati sardi) di Cixerri, di Sulcis e di Nora. Vanta la storia millenaria di un territorio nato e cresciuto intorno alle miniere. Una storia che affida le sue origini perfino nella preistoria, con la scoperta dell’ossidiana, e in seguito ai Fenici che fecero della Sardegna un luogo di riferimento, per la ricerca e lo sfruttamento di minerali assai preziosi come il piombo, l’argento e il rame. Gli insediamenti fenicio-punici di Monte Sirai, nelle vicinanze di Carbonia, sono una chiara testimonianza dell’attività commerciale del ricco bacino minerario dell’Iglesiente!
L’ultima società mineraria attiva ai giorni nostri per lo sfruttamento del sottosuolo è stata la Carbosulcis, istituita nel 1976 dell’Ente Minerario Sardo e dall’Ente Gestione Attività Minerarie (EGAM), che tenette in gestione l’ultima miniera carbonifera nel Sulcis e in Italia sul Monte Sinni a Nuraxi Figus (frazione di Gonnesa), dove ha continuato a produrre carbone sino al 31 dicembre 2018. Ultimo atto che ha posto la parola fine, ad una tradizione millenaria che ha sfamato parecchie famiglie, fatto nascere nuovi quartieri e nuove città, dotandole di servizi vitali come ospedali, asili, scuole e stazioni ferroviarie.
Ecco i comuni del Sulcis Iglesiente, ordinati secondo la loro dimensione demografica: Carbonia e Iglesias, che hanno il titolo di Città, Sant’Antioco, Carloforte, Domusnovas, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Gonnesa, Siliqua, Teulada, Villamassargia, Santadi, Narcao, Fluminimaggiore, Calasetta, Sant’Anna Arresi, Giba, Vallermosa, Domus de Maria, Nuxis, Musei, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Buggerru e Piscinas.
Cose da fare e da vedere nel Sulcis Iglesiente.
Felicemente trascurata dall’industria del turismo più invadente, questa terra di miniere, e un tempo di minatori, offre emozioni uniche per la bellezza ancora selvaggia delle coste. Un mare non per tutti, esposto com’è al maestrale, con onde “oceaniche” e spiagge non sempre agevolmente raggiungibili e attrezzate, paradiso degli appassionati di surf e sport acquatici. L’offerta del territorio non si ferma però alle dune dorate di Piscinas e alle spiagge semideserte di Plagemesu, Cala Domestica e Portixeddu, né al monumento naturale del Pan di Zucchero: la zona sud-occidentale della Sardegna è ricca di testimonianze archeologiche di civiltà antiche e di industria mineraria, di tesori nascosti nel sottosuolo, di tradizioni e di tante altre bellezze…tutte da scoprire e da vivere!
Ecco, alcuni suggerimenti esperienziali:
LA GRANDE MINIERA DI SERBARIU.
All’ingresso della città di Carbonia si trova una miniera più grande della Sardegna, oramai dismessa: la Grande Miniera di Serbariu. Il sito è stato recuperato e riconvertito nel Museo del Carbone nel 2006 e che vale la pena visitare, perché è un’esperienza davvero unica da vivere! Competenti guide vi accompagneranno nel sottosuolo per visitare le gallerie, ma anche le principali strutture minerarie.
ECOMUSEO MINIERE ROSAS.
L’Ecomuseo Miniere Rosas lo trovate a Narcao, alle falde dell’omonimo monte, ed è inserito nell’ex villaggio minerario metallifero. Il Villaggio Minerario Rosas nei primi anni del ‘900 era di fatto completamente autosufficiente, in grado di offrire tutti i servizi utili alle famiglie dei minatori che trascorrevano la loro esistenza all’ombra della stessa miniera. Dopo un lavoro di quasi un ventennio, è stato recuperato l’intero sito minerario convertendolo in Museo di Archeologia Industriale e nel contempo, si sono ristrutturate le “casette” dei minatori in Case vacanza facendo rivivere, in un certo senso, il vecchio Villaggio dei Minatori, dotandolo di servizi che rendono l’intero Ecomuseo come un tempo, autosufficiente! Sono visitabili, tutto l’anno, le gallerie della miniera, le strutture minerarie e il museo dei minerali.
GROTTE IS ZUDDAS
Queste straordinarie grotte le trovate nel comune di Santadi e rappresentano meravigliosamente l’azione ininterrotta dell’acqua nel sottosuolo, in grado di creare scenari affascinanti ed unici. All’interno delle grotte ci sono diverse sale, tra le quali quella più suggestiva è quella dell’Organo all’interno della quale tutti gli anni, in occasione del Natale, viene allestito un enorme Presepe!
GROTTE SU MANNAU
Queste grotte sono una splendida testimonianza naturale, tra le più antiche del mondo! Le trovate a Fluminimaggiore ed anche queste sono molto interessanti da visitare, per le sue enormi sale abbellite da concrezioni di stalattiti e stalagmiti che formano colonne altissime che s’innalzano anche fino a 15 m. Grotta da visitare assolutamente!
BELVEDERE DI NEBIDA
Il Belvedere di Nebida è indubbiamente uno degli angoli più incantevoli del Sulcis Iglesiente (e forse di tutta la Sardegna), con un panorama da togliere il fiato sulla costa di Nebida e sul Pan di Zucchero (enorme faraglione che si erge sul mare a pochi metri dalla costa). Un Belvedere, unico nel suo genere in Sardegna, grazie alla sua passeggiata a strapiombo sul mare e sulla Laveria La Marmora della Miniera di Nebida, collegata con una ripida e lunga scalinata.
PORTO FLAVIA
L’ex miniera di Porto Flavia all’interno del promontorio che domina Masua, nel territorio di Iglesias, era il porto dal quale i minerali estratti dalla montagna, venivano imbarcati direttamente sulle navi riducendo, così, in maniera drastica tempi e costi di trasporto. Un tunnel lungo circa 600 metri, scavato nella roccia dai minatori, sbuca a metà di uno strapiombo che offre una vista mozzafiato sul suggestivo faraglione di Pan di Zucchero. È possibile visitare sia il sito di Porto Flavia che il Museo delle Macchine da Miniera, ambedue incastonati in paesaggio costiero fantastico…che faticherete a dimenticare facilmente!
AREA ARCHEOLOGICA DI SANT’ANTIOCO
Sant’Antioco chiamata in passato Sulky, è tra gli insediamenti umani più remoti e probabilmente la città più antica della Sardegna! Obbligatorio visitare: l’antica Basilica di Sant’Antioco con le sue Catacombe, il Tophet (luogo sacro a cielo aperto), la Necropoli punica, il Forte Sabaudo e il Museo Archeologico.
TEMPIO DI ANTAS
A 10 Km circa a sud del paese di Fluminimaggiore, potrete ammirare i resti del Tempio di Antas dove in passato si insediarono cartaginesi e romani, attratti dai ricchi e abbondanti giacimenti di piombo e ferro presenti nel territorio. Il Tempio, punico-romano, è dedicato all’adorazione del dio eponimo dei sardi Sardus Pater Babai (Sid Addir per i cartaginesi). Si tratta di una delle testimonianze storico-archeologiche più antiche della Sardegna, da non perdere assolutamente!
BORGO MEDIEVALE DI TRATALIAS
Tratalias è uno dei paesi più antichi del Sulcis! Prima di entrare nel nuovo paese (ricostruito nel 1971, a causa dell’infiltrazioni di acqua causate dallo sbarramento sul Rio Palmas e il lago artificiale di Monte Pranu) arriverete necessariamente all’antico borgo e una volta giunti nella piazza, resterete affascinati dalla straordinaria bellezza dell’antica Cattedrale di Santa Maria di Monserrat, del 1213, che fu la chiesa principale e sede vescovile della diocesi del Sulcis Iglesiente fino al 1503 (poi traferita ad Iglesias).
MUSEO DEL BISSO
A Sant’Antioco, esiste una donna che sostiene di essere l’ultima testimone al mondo e depositaria della lavorazione del Bisso, la seta del mare! Lei si chiama Chiara Vigo e il “Museo Vivente” è un laboratorio che ha il compito di tramandare le informazioni di una lavorazione millenaria, che ancora oggi è fruibile e visitabile nella cittadina lagunare di Sant’Antioco. Il prezioso tessuto, ottenuto tramite una lunga e paziente lavorazione della cosiddetta Pinna Nobilis (grande mollusco marino bivalve alto fino a un metro e mezzo), veniva indossato in passato da principi e principesse. Attualmente questa antica tecnica della tessitura del Bisso continua a vivere nel Museo-Laboratorio di Sant’Antioco, grazie al lavoro appassionato del Maestro Chiara Vigo. Visitare il Museo è un’esperienza unica ed indimenticabile!
CARLOFORTE E L’ISOLA DI SAN PIETRO
L’isola di San Pietro è la seconda isola, dopo Sant’Antioco, dell’arcipelago del Sulcis. Abitata dalla preistoria e chiamata “isola degli sparvieri” dai punici, San Pietro dista 40 minuti di traghetto da Calasetta o Portovesme. Si può tranquillamente definire un’isola nell’isola, sospesa tra Sardegna e Liguria per via dei fondatori, coloni liguri stanziati nel XVI secolo nell’isola di Tabarca (Tunisia) e poi trasferitesi nel 1738 nell’isola disabitata di San Pietro. Carloforte, unico centro abitato dell’isola, è un luogo incantato nel quale anche voi resterete perplessi per il fatto che nell’isola la lingua è quella ligure, ma i panorami e il mare sono quelli unici della Sardegna! Se vi troverete in Sardegna alla fine di Maggio, non perdetevi la Sagra del “Girotonno”!
Bibliografia:
Sardegna, Guide Verdi d’Italia, Ed. Touring (2017)
www.visitsudsardegna.com
www.provincia.sudsardegna.it/
www.visitsulcis.it
www.sardegnaremix.com www.sardegnaturismo.it